La kinesiterapia o chinesiterapia è un insieme di tecniche utilizzate in fisioterapia per ripristinare la mobilità articolare, diminuire il dolore e la rigidità muscolare, ed aumentare il tono muscolare. Il termine deriva dalla parola greca "Kinesi", che significa movimento; le manovre utilizzate durante la seduta prevedono necessariamente la collaborazione da parte del paziente, il quale può effettuare l'azione richiesta in autonomia (manovra attiva) o con il sostegno del fisioterapista (manovra attivo-assistita), oppure può limitarsi a percepire il movimento del segmento corporeo mobilizzato dal terapista (manovra passiva).
Quando si parla di Terapia Manuale Ortopedica (OMT) non si intende prettamente ciò che il terapista svolge con le proprie mani, ma si fa riferimento ad un concetto fondato sul ragionamento clinico, che aiuta a stilare un corretto piano terapeutico in base alle evidenze scientifiche. In quest'ottica, la terapia manuale mira a ripristinare un giusto equilibrio muscolo-scheletrico ed una adeguata risposta dei nervi agli stimoli, grazie all'uso di tecniche miofasciali, di mobilizzazione e manipolazione vertebrale e articolare, fonte di studi di esponenti quali Maitland, Bienfait, Mulligan e Sahrmann.
La massoterapia è l’applicazione del massaggio a fine terapeutico. La tecnica più utilizzata in fisioterapia deriva dal massaggio svedese, che si contraddistingue per le sue prerogative decontratturanti, tonificanti e rilassanti. Si possono utilizzare diverse manovre: lo sfioramento della cute, utile a riattivare la circolazione, la frizione per scollare i tessuti degli stadi profondi e superficiali, l'impastamento per migliorare il metabolismo muscolare, la percussione per tonificare i muscoli, ed infine i movimenti vibratori che hanno azione sedativa. E’ bene ricordare che il massaggio non è esente da controindicazioni, quali flebiti e stati infiammatori acuti.
La Rieducazione Posturale Globale nasce nel dopoguerra grazie alle intuizioni della fisioterapista Francoise Mezieres. Il metodo si pone la finalità di realizzare una modifica dell’assetto posturale e una rimodulazione della distribuzione del tono muscolare, dimostrandosi valido soprattutto in presenza di paramorfismi, come nell' atteggiamento scoliotico. Prerogativa della seduta è la partecipazione attiva del paziente, che dovrà svolgere gli esercizi proposti dal terapista prestando attenzione a conservare determinate posizioni del corpo, evitando di mettere in atto strategie adattive, causa delle apparenti alterazioni scheletriche.
La ginnastica di gruppo è proposta a piccoli gruppi di pazienti (massimo cinque), selezionati e divisi in base all'età, al tipo di problematica (es. atteggiamento scoliotico, dolore e rigidità del rachide, sclerosi multipla, morbo di Parkinson ecc...), ed alle avvertenze mediche (es. cardiopatie). A secondo delle indicazioni, si può praticare una ginnastica dolce, con esercizi di stretching, di stabilizzazione e di rinforzo muscolare, che hanno finalità preventive, curative e di mantenimento per chi ha già svolto della fisioterapia. Il vantaggio è la riduzione dei costi e la garanzia di un servizio di qualità, grazie all'esiguo numero di partecipanti e la loro omogeneità.
La riabilitazione neuromotoria mira al recupero delle funzioni motorie e sensitive nei soggetti colpiti da patologie neurologiche; le manifestazioni cliniche, in presenza di danno al sistema nervoso centrale e periferico, sono varie, numerose e dipendono dalla sede e dal tipo di lesione. Fortunatamente, grazie alla capacità di adattamento del cervello, definito "plasticità neurale", e all’impiego di specifiche tecniche riabilitative, quali le metodiche Bobath, ETC e Kabat, è possibile intervenire e restituire al paziente, totalmente o parzialmente, l’autonomia necessaria per svolgere le attività quotidiane che in misura variabile risultano difficoltose.
Il taping neuromuscolare è una tecnica non invasiva e non farmacologica, che attraverso l’applicazione di un nastro adesivo ed elastico offre una stimolazione meccanica ai tessuti in grado di favorire il metabolismo cellulare e normalizzare la propriocezione neuromuscolare. L'utilizzo del tape comporta, durante i normali movimenti, la formazione di pliche sulla cute che facilitano il drenaggio linfatico, favoriscono la vascolarizzazione sanguigna, riducono il dolore e migliorano il range articolare e la postura. La quasi totale mancanza di effetti collaterali, fa del tape uno strumento utile in molti frangenti, se associato alla fisioterapia.
La Tecarterapia è una terapia basata sul calore, ma, a differenza di altri macchinari che inducano calore dall'esterno, la Tecar si contraddistingue per la capacità di produrre calore all’interno del corpo, per mezzo di una piastra ed un manipolo conduttivo posto sulla superficie da trattare. Tra gli effetti biologici, si registra un incremento della vasodilatazione e della ossigenazione cellulare, ed un aumento della produzione di ATP, molecola fondamentale negli scambi energetici. E’ impiegata per trattare tutti gli stati infiammatori, sia acuti che cronici, l'edema, e soprattutto per affrontare problemi muscolari ed articolari, anche di origine traumatica.
La laserterapia utilizza l’energia dai raggi laser per generare una biostimolazione profonda nei tessuti, utile a riattivare il metabolismo cellulare. In particolare, il Laser favorisce una iperpolarizzazione delle membrane delle fibre nervose, generando un effetto analgesico, e la trasformazione delle prostoglandine in prostocicline, con conseguente blocco dei mediatori dell'infiammazione. Alla luce di ciò, si riconoscono al Laser proprietà antinfiammatorie, antiedemigene ed analgesiche; trova uso in tante patologie ortopediche, specialmente in quelle a carico delle strutture superficiali, come i tendini.
Gli apparecchi di magnetoterapia usano come sorgente del campo magnetico un solenoide in cui sono immesse onde elettriche a frequenza ed intensità scelte ed impostate in base alla indicazione terapeutica. Sui tessuti, il macchinario ha un effetto antiflogistico ed antiedemigeno, conseguenza dell'oscillazione delle molecole d'acqua presenti nel corpo, ed ad un processo di ripolarizzazione delle membrane cellulari; la sua peculiarità è la capacità di favorire la cicatrizzazione e l'osteogenesi. A tale ragione, la magneto è utilizzata per accelerare il processo di guarigione delle fratture, nei ritardi di consolidazione ossea e nell'osteoporosi.
Usando un generatore a basso amperaggio e due elettrodi posti sulla superficie da trattare, si può sfruttare la corrente elettrica a fine terapeutico per inibire gli stimoli dolorifici e potenziare la muscolatura. Il macchinario agisce sulla tensione a riposo delle membrane cellulari; regolando l’intensità, la frequenza e la forma d’onda della corrente, si può ottenere un effetto antidolorifico oppure eccitomotorio. Le correnti più adoperate sono la TENS (che ha effetto analgesico), la ionoforesi (che veicola in profondità il farmaco disciolto su uno degli elettrodi), e le correnti diadinamiche che possono avere azione eccitatoria o inibitoria.
La terapia con gli ultrasuoni sfrutta gli effetti biologici degli ultrasuoni, in grado di favorire nel corpo reazioni termiche, meccaniche e chimiche. Quando un tessuto è attraversato dagli ultrasuoni, le particelle che lo compongono iniziano ad oscillare, producendo calore, fino a liberare, per cavitazione, parte delle bolle d'aria contenute al proprio interno; la combinazione di queste azioni ha effetto antalgico, fibrolitico e trofico. Grazie alla sue caratteristiche, l’ultrasuono è impiegato per il trattamento di patologie delle strutture periostali, tendinee, capsulari e laddove c'è bisogno di liberare i tessuti da aderenze e stati di fibrosi.
Nella terapia ad onde d’urto si applica sulla zona da trattare un manipolo al cui interno rimbalza un proiettile spinto ad aria compressa. Ad ogni urto, l’energia cinetica accumulata dal proiettile genera un’onda acustica che si propaga ai tessuti innescando varie reazioni biologiche: immediate, frutto dei processi riparativi conseguenti al microtrauma indotto, e tardive, incentivando la produzione di ossido nitrico, essenziale per l’angiogenesi. Inducendo un potente effetto antalgico a breve termine, trova largo impiego nel dolore tendineo, come nell’epicondilite, e nelle patologie a carico del piede, quali fascite plantare e spina calcaneare.
