demenza anziani

Esistono purtroppo altre numerose malattie oltre quelle già descritte.
Un lungo elenco di patologie genetiche, congenite ed acquisite, che comportano serie disabilità e gravosi impegni per i familiari della persona malata, avviliti anche dai tagli economici alla sanità che complicano il lavoro del personale medico al servizio statale.


Alcune di esse hanno un tasso di incidenza fortunatamente basso: parliamo di malattie ereditarie rare, quali le leucodistrofie (che colpiscono la mielina e comportano paralisi, atassia e demenza), le atassie spino-cerebellari (che compromettono l'equilibrio, la velocità e la destrezza dei movimenti), le atrofie muscolari spinali, i cui sintomi sono simili a quelli della SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica), patologia acquisita, alla ribalta della cronaca per l'insolita frequenza tra i calciatori, caratterizzata da una progressiva morte dei motoneuroni preposti al movimento, incluso il respirare. Anche il sistema nervoso periferico può essere bersaglio di diverse malattie genetiche in cui la sintomatologia si esprime con debolezza e atrofia dei muscoli, oltre che con deficit sensitivi.  A queste si aggiungono patologie che possono subentrare durante il parto (Paralisi Cerebrali Infantili) causate da danni ischemici irreversibili al cervello, che si riflettono in deficit motori e cognitivi in età adulta. Ed ancora, con un tasso di incidenza stavolta decisamente maggiore, si devono annoverare disturbi del sistema nervoso causati da tumori (che comprimono le strutture), traumi (che generano edema), ed in generale morte cellulare (come avviene nei casi in cui il sintomo cardine è la demenza). Solo per citarne una parte.

In questi casi il fisioterapista diventa una figura chiave, molte volte di riferimento, che fa anche da tramite tra famiglia e medico; è la persona che ha un approccio quotidiano al paziente, con in quale condivide il dramma della malattia. Tuttavia, da parte nostra, è difficile conservare la professionalità scorporando la sfera emotiva quando ad esempio trattiamo un adolescente che dall'oggi al domani a seguito di incidente è legato al tavolo da statica, paralizzato dal collo in giù. E ci rendiamo anche conto dei nostri limiti, e della medicina in generale, quando approcciamo a persone anziane, sempre più frequentemente affette da malattie degenerative del sistema nervoso che sfociano in quadri di demenza; con l'allungarsi della vita media della popolazione, gli anziani che si rivolgono al fisioterapista sono in numero sempre maggiore, sia per cause legate a problemi neurologici, sia per problematiche ortopediche croniche o conseguenti ad eventi, come le cadute accidentali, che rappresentano la principale causa di allettamento.
Spesso i familiari percepiscono un senso di abbandono da parte delle istituzioni sanitarie, ma, per esperienza personale, ho notato come troppe persone ignorino l'esistenza di servizi come il CAD (Centro di Assistenza Domiciliare), attraverso il quale è possibile avere a disposizione personale medico ed ausili, quali deambulatori, carrozzine, letti ortopedici, materassi antidecubito e sollevatori (molto utili nel passaggi letto-carrozzina e per la pulizia personale), che facilitano la presa in carico in casa del paziente.

Credo che il modo migliore per concludere questo paragrafo sia condividere con i lettori il bellissimo filmato della presentazione delle paraolimpiadi di Rio; c'è chi pensa che le paraolimpiadi siano solo un baraccone, che la vera sfida non è rappresentata da quanto un atleta riesca in un salto in alto, ma da quanto una persona con handicap riesca ad andare avanti e superare le difficoltà quotidiane; altri potrebbero persino pensare che gli atleti godano di privilegi, come avere a disposizione uno staff medico, quando altre persone con le stesse disabilità magari non sono in grado di uscire da casa per recarsi da un dottore, per l'assenza dell'ascensore nel palazzo.
Punti di vista comprensibili, ma forse sarebbe meglio considerare le paraolimpiadi un puro evento sportivo e capire che il "disabile" è davvero una persona "diversamente abile"; da normodotato, non saprei neanche da dove iniziare se volessi suonare una chitarra con i piedi!!! A mio avviso, far passare al mondo questo messaggio sarebbe già tanto; in più sono convinto che con l'impegno si ottengono sempre risultati, a prescindere se è una gara di salto in alto o una sfida per scendere dal marciapiede con una carrozzina.
Se inteso così, il video seguente non può essere altro che solo uno straordinario inno alla vita.

 


 
 

 

Se hai gradito l'articolo condividilo o fai il login e lascia un commento