“Tutto è iniziato qualche anno fa: non vedevo bene, sentivo le gambe deboli e strane sensazioni, fin sotto la pianta dei piedi. Ho informato subito il mio medico di base, il quale mi ha indirizzata prima da un oculista e successivamente dal neurologo, che ha fatto poi luce sulla mia malattia. E dire che ho solo trent'anni, sono molto depressa".
La sclerosi multipla è una patologia autoimmune a carico di una proteina del sistema nervoso centrale, la mielina.
La mielina, per la sua colorazione, è conosciuta con il termine di materia bianca del cervello e si presenta come una sostanza gelatinosa che avvolge le fibre nervose, proteggendole. La mielina agisce come isolante e impedisce che l'impulso elettrico si disperda, assicurando così una conduzione efficiente degli impulsi nervosi.
Nella sclerosi multipla, per ragioni ancora non del tutto chiare, il sistema immunitario attacca la mielina; il processo infiammatorio, una volta risolto, dà luogo a cicatrici visibili dalla risonanza magnetica, che alterano la struttura del neurone e ne pregiudicano la funzionalità in quanto rallentano la propagazione del segnale nervoso.
Ci sono varie forme di sclerosi multipla, la più frequente è caratterizzata dall'alternanza di episodi acuti (detti poussè o ricadute) a periodi di ripresa e stabilità dei sintomi clinici (definiti remissioni). Nei primi anni della malattia i periodi di remissione possono essere anche piuttosto lunghi (fino ad alcuni anni), ma ad ogni ricaduta la ripresa tende ad essere sempre meno completa e a portare gravi conseguenze, sopratutto se la patologia evolve in una forma secondariamente progressiva in cui il sistema immunitario colpisce costantemente la mielina.
I sintomi della sclerosi multipla dipendono dalla localizzazione dei focolai infiammatori; possono essere colpite tutte le regioni del sistema nervoso centrale che contengono mielina (encefalo, nervi ottici e midollo spinale), di conseguenza la patologia può manifestarsi in modo estramente vario. Spesso esordisce con una neurite ottica a cui fanno seguito sintomi specifici a secondo dei tre principali sistemi coinvolti: piramidale, sensitivo, cerebellare.
Se viene danneggiato il sistema piramidale, il quadro clinico sarà caratterizzato da una paraparesi per la presenza di ipertono spastico agli arti inferiori (approfondimenti nelle sezioni "emiparesi" e "mielopatie"). Se è coinvolto il sistema sensitivo emergeranno disturbi quali alterazione della sensibilità cutanea accompagnata da formicolio o sensazioni sgradevoli al tatto. Infine, se sono colpite le vie cerebellari, la patologia si manifesterà con disturbi dell'equilibrio e della coordinazione dei movimenti (atassia), poichè il cerveletto è deputato, tra le tante cose, al controllo dei movimenti volontari, della postura e dell'equilibrio affinchè l'atto motorio sia congruo alla volontà.
Anche se c'e sempre un sistema più colpito, con il progredire della patologia, generalmente le tre forme si manifestano all'unisono e rendono il quadro clinico e riabilitativo molto complesso.
Purtroppo, ad oggi, non esistono farmaci in grado di rigenerare la mielina o prevenire la malattia. L'unica terapia efficace, oltre la fisioterapia, è rappresentata dai corticosteroidi, da somministrare in dose massiccia durante la fase acuta nel tentativo di arrestare precocemente l'azione infiammatoria che produce il danno neurologico.
Risonanza magnetica che evidenzia aree con segnale alterato indice di sclerosi.
Il percorso riabilitativo di un paziente con sclerosi multipla, come si è detto, è tutt'altro che semplice, anche perchè la malattia esordisce spesso in giovane età (sopratutto nel genere femminile) e le implicazioni psicologiche sono notevoli. Inoltre possono comparire anche altre problematiche, quali difficoltà del controllo della vescica e disturbi della funzione sessuale; non per ultimo, tra i sintomi più invalidanti e di ostacolo alla terapia, occorre citare la facile stancabilità a cui va incontro il paziente, un senso di fatica descritto come una cronica mancanza di energia.
La riabiltazione inizia sempre con una attenta valutazione che mira ad individuare la prevalenza di una delle tre forme: atassica, spastica, sensitiva. Un paziente che durante l'atto motorio manifesta in modo maggiore ipertono ha bisogno di un intervento mirato al recupero della dinamicità, in quanto gli arti sono letteralmente "imbrigliati" dal tono muscolare. Al contrario, una persona che presenta sintomi cerebellari, tende ad essere ipermobile e necessita di un trattamento stabilizzante. Se poi le due forme convivono, come spesso accade, l'iter riabilitativo diventa complesso ed è compito del terapista scegliere la strada da percorrere e le tecniche da adottare.
Per inibire il tono muscolare e migliorare la qualità del movimento, le metodiche più utilizzate sono le medesime esposte nel paragrafo dell'emiparesi, quali Bobath ed ETC. Laddove occorre un lavoro maggiormente finalizzato al recupero della coordinazione e della stabilità, il terapista può utilizzare le tecniche del Kabat, finalizzate all’acquisizione delle tappe filogenetiche dell’individuo: rotolamento, raggiungimento della posizione seduta, posizione quadrupedica, stazione eretta. Durante gli esercizi, al paziente, gradualmente viene innalzato il baricentro diminuendo, come in una piramide a salire, la base d’appoggio alla ricerca di condizioni sempre maggiori di instabilità per acquisire il controllo degli arti e del tronco ed avere una padronanza completa del corpo.
Principio dell'equilibrio e progressione della piramide di Vannini (Kabat - PNF).
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