“Quando faccio le scale sento uno strano scatto nel ginocchio ed ho dolore. Eppure sono giovane e non ho mai subito traumi importanti, la fisioterapia è utile?".
La risposta è si.
Per comprendere il motivo della risposta, bisogna conoscere la struttura del ginocchio.
Le componenti ossee dell’articolazione del ginocchio consistono nella parte distale del femore con i suoi due condili, quella prossimale della tibia con i suoi due piatti tibiali, e la rotula, un osso compreso nel tendine del quadricipite che protegge il ginocchio e che, agendo da fulcro di leva, facilita l’estensione della gamba.
Le superfici articolari sono rivestite da cartilagine e da un manicotto fibroso, chiamato capsula, che avvolge l’intera articolazione. Una membrana, presente nella superficie interna della capsula, secerne il liquido sinoviale che lubrifica e nutre l’articolazione ed è caratterizzato da un aspetto viscoso.
Il ginocchio si differenza dalle altre articolazioni di carico per la scarsa stabilità in quanto il femore poggerebbe su due soli punti sul piatto tibiale se non fosse per un certo grado di deformabilità della cartilagine, e per la presenza dei menischi che grazie alla loro forma contribuiscono ad ampliare la superfice di contatto tra femore e tibia.
La stabilità del ginocchio è assicurata da robusti legamenti (collaterali e crociati) che fungono da stabilizzatori passivi, dalle unità muscolo tendinee (quadricipite e flessori) che fungono da stabilizzatori attivi e da altri legamenti minori che insieme alle borse migliorano la funzionalità dell’articolazione.
Rispetto all’asse meccanico dell’arto inferiore, costituito da una retta che congiunge il centro della testa del femore al centro della caviglia, l’angolo tra femore e tibia è lievemente chiuso verso l’esterno e comporta un “valgismo fisiologico”. Il valgismo è ancora più evidente nelle donne a causa della maggiore ampiezza del bacino. Una inversione di angolo è denominata “varismo” (gambe ad O), ed una accentuazione “valgismo” (gambe ad X).
Il ginocchio compie principalmente un solo tipo di movimento, la flessoestensione. A questo movimento si associa una rotazione automatica che porta la gamba a ruotare internamente durante la flessione ed esternamente durante l’estensione. Alcuni gradi di rotazione sono possibili anche attivamente, ma solo a ginocchio flesso.
Anatomia del ginocchio.
Quali sono le cause di gonalgia, ovvero dolore al ginocchio?
Nell’età adolescenziale, anche in assenza di traumi, è possibile riscontrare la malattia di Osgood-Schlatter, le osteocondriti dissecanti e, soprattutto nel sesso femminile, i primi sintomi di patologia dell’apparato estensore dove la rotula ha un importante funzione e può essere soggetta a lussazione.
L’età giovane adulta è caratteristica delle lesioni capsulo-legamentose e meniscali a causa di traumi, o dalla progressione delle problematiche dell’apparato estensore che comportano anche dolore.
Nell’età matura iniziano i primi segni di patologia degenerativa delle cartilagini, soprattutto in presenza di storia di traumi, pregressi interventi chirurgici o deviazioni assiali dove compare varismo o un importante valgismo.
Nell’età ancora più avanzata l’artrosi è la patologia di maggior rilievo.
Quale è il programma di fisioterapia?
Innanzitutto, come sempre, occorre una diagnosi che si redige attraverso l’anamnesi, in cui è fondamentale raccogliere le sensazioni soggettive del paziente e la disamina dell'esatta dinamica dell’infortunio laddove vi è stato, perché è già molto indicativa del problema. Ispezione e palpazione sono validi esami per localizzare il dolore, valutare atteggiamenti e l'eventuale presenza di tumefazione articolare. Infine si può procedere a una batteria di test per valutare la lassità legamentosa, lo stato dei menischi e problemi inerenti rotula ed estensori.
Risonanza magnetica, Rx e Tac, sono quasi sempre dirimenti soprattutto nel dolore di origine traumatica.
La fisioterapia procederà a secondo della problematica e dell’indicazione o meno all’intervento chirurgico.
Il ginocchio è un'articolazione molto importante per la stazione eretta e la deambulazione, per cui gli interventi vanno ponderati con attenzione tenendo conto di molteplici aspetti. A volte la medesima patologia ha diversa indicazione clinica perché, ad esempio, per una lesione di menisco, la tendenza in una persona adulta o anziana è non operare e procedere con la terapia conservativa poiché possono coesistire altri fattori, come l'artrosi, che ne sconsigliano l'intervento, mentre in un adolescente che vuole tornare a praticare sport occorre intervenire su una struttura danneggiata che crea stress funzionale al ginocchio. In caso di interventi chirurgici, esistono linee guida che il fisioterapista dovrebbe seguire; è fondamentale nella riabilitazione procedere gradualmente con gli esercizi concedendo il carico sull'arto poco alla volta. Alla fine del programma riabilitativo, la persona può, o almeno dovrebbe a secondo dei casi, tornare a compiere le attività che svolgeva prima dell'avvento della lesione.
Ginocchio varo/valgo; notare lo spazio tra interno coscia, ginocchia, polpacci e malleoli.
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